Blog dal futuro

martedì, gennaio 01, 2008

E' iniziato un nuovo anno: il 2108.

Cari amici del passato,
eccomi di nuovo a voi. Nell'ultimo mese c'è stata forte attività della polizia politica e, temendo di essere scoperto, ho preferito non collegarmi.

Oggi è iniziato un nuovo anno: il 2108. L'augurio di tutti è che sia migliore di quello passato, anche se molti si acconteterebbero che almeno non fosse peggiore.

L'anno è finito come al solito con il tele-discorso alla nazione, trasmesso a reti unificate, del magniloquentissimo Silber, uno sproloquio di quattro ore cui è assolutamente obbligatorio assistervi. Sono esentati, a malapena, i malati gravi, i sordomuti e poche altre categorie.

Il presidentissimo Silber ci ha fatto sapere che va tutto bene, l'economia viaggia a vele spiegate, la criminalità non esiste, la sanità è meravigliosa, insomma una gran bella favola. La realtà invece è tutt'altra, la maggior parte della popolazione vive in povertà, vi è una diffusissima criminalità e la sanità funziona solo per chi se la può pagare, cioè per pochi eletti. Tutto ciò, però, non importa, perché come dice l'eminentissimo Silber, la realtà è una cosa da sovversivi, ciò che conta è quello che dice la televisione, che è l'unica fonte autorizzata e certificata di verità.

Il presidentissimo Silber ha continuato con la sua logorrea fino alla mezzanotte, per poi trasformarsi in intrattenitore. Con un grande effetto scenico lo studiolo da cui parlava si è trasformato in uno sfavillante studio televisivo pieno di pubblico in delirio e decine di soubrettes seminude. Con un'abilità degna di Fregoli si è cambiato d'abito e dal compassato vestito blu in doppio petto è passato ad un completo dorato con reverse in lamè.

Un minuto prima dello scoccare della mezzanotte ha fatto l'immancabile conto alla rovescia, ha stappato lo spumante, ha brindato e fatto gli auguri in una ventina di dialetti. Ad ogni augurio dialettale il Silber faceva seguire un brindisi con una bella coppa piena di vino.

Alla fine degli auguri era piuttosto brillo e strascicava così tanto le parole che si faceva fatica a capire cosa dicesse. Poi ha raccontato un paio di barzellette, anch'esse incomprensibili, alle quali il pubblico in sala a riso a crepapelle (mi piacerebbe poter credere che ridessero così perché si rendevano conto dell'imbecillità del nostro presidente, anche se ho la certezza che lo facevano perché in studio si era accesa la scritta "RIDERE"). Infine, per chiudere la serata in bellezza, si è messo a toccare il culo alle ballerine mentre faceva il trenino a ritmo di samba.

Poi la serata è continuata al solito modo con cantanti ammuffiti, comici triviali, personaggi semi-sconosciuti e qualche bella gnocca raccomandata: anche quest'anno una roba da vomitare.

Ora vi saluto e mi scollego.