Blog dal futuro

venerdì, ottobre 12, 2007

La strage dei maiali

Cari amici del 2007,
in questi giorni tutta l'attenzione mediatica è concentrata su un fatto di sangue, che in un primo tempo era stato battezzato la strage dei maiali. I maiali in realtà erano dieci persone, dieci giovani maschi, e l'episodio è stato così intitolato per le modalità con cui si è svolto, come vi spiegherò più avanti, adesso, però, per volere del governo, questo delitto viene chiamato in altro modo, l'uccisione dei dieci amici.

I dieci assassinati erano tutti membri del gruppo I nipotini ariani dello zio Adolfo, organizzazione dalle idee "leggermente" xenofobe e razziste, i cui componenti si rasano i capelli a zero e si fanno tatuare sul petto la scritta Nei forni mica ci facciamo il pane. Questa formazione, diciamo, politica viene nascostamente finanziata dal partito del purissimo Silber che la utilizza per agire contro gli oppositori politici quando non si riesce a neutralizzarli per vie legali. A seconda della pericolosità dell'antagonista si va dalle purghe con olio di ricino, alle bastonature, fino all'eliminazione fisica con occultamento del cadavere.

I cosiddetti dieci amici sono stati trovati in una porcilaia abbandonata, uccisi con la pistola usata per abbattere le bestie al macello, sventrati e appesi a testa in giù con il gancio usato dai norcini. Sulle pareti una sola scritta: "non siete buoni neanche per farci dei salami!".

E' ovvio che gli autori del gesto volevano dire qualcosa del tipo: "sono dei maiali ed hanno fatto la fine che si meritavano". Avvalorare questa interpretazione però significava ammettere che esistono degli oppositori al regime, organizzati al punto da riuscire a portare a compimento un'azione così clamorosa. Per questo motivo l'efficientissimo Silber ha dato disposizione che il parallelismo con i maiali venisse completamente taciuto e che si trovasse una spiegazione alternativa dell'accaduto. Alla polizia è quindi arrivato l'ordine di indagare negli ambienti famigliari delle vittime.

Contemporaneamente si è scatenato il baillame mediatico, con servizi, interviste e trasmissioni di approfondimento. La parte del leone, come sempre, l'ha fatta Albino Fuchi con uno speciale della sua trasmissione Porta e Finestra. Alla trasmissione erano invitati i soliti ospiti misti, il criminologo tuttologo Bruno de Franceschis, la giornalista bonazza Barbara Colombacci, il giudice per i minori Anselma Babbei, lo psicoterapeuta cantante, scrittore e narcisista Paolino Mortet e il comandante dei RIS Michele Geranio. Al centro dello studio un bel plastico raffigurante la scena del delitto, dove la scritta "porcilaia" era stata nascosta da un'etichetta su cui si leggeva "fabbricato agricolo".

Proprio durante lo svolgimento della puntata vi era stata un'importante svolta nelle indagini, era stata arrestata la fidanzata di uno degli uccisi. In realtà era stata arrestata nel pomeriggio, ma Albino Fuchi, grazie ai suoi potenti appoggi occulti, era riuscito a tenere il fatto nascosto per poterlo dare in diretta e fare schizzare in alto gli indici di ascolto.

La ragazza era accusata di avere ucciso i dieci ragazzi per gelosia, essendosi convinta che il fidanzato avesse dei rapporti omosessuali con gli altri camerati. Il servizio precisava che la ragazza aveva anche confessato.

Al ritorno della linea in studio, dopo l'immancabile break pubblicitario infilato nel momento di picco dell'audience, gli illustri ospiti si sono affannati a commentare la sensazionale notizia.

Il primo a parlare fu il criminologo: "effettivamente, e stavo appunto per dirlo prima dell'interruzione, il modus operandi fa pensare ad un'azione svolta da una sola persona." (che faccia di tolla! è stato il mio istintivo pensiero).

Succesivamente è stato il turno dello psichiatra, che, dopo essersi lisciato i baffi, sistemato la frangia e avere assunto la postura dell'intellettuale, ha così commentato: "A noi studiosi è noto che una donna ha le capacità di irretire anche decine di uomini in un colpo solo. Grazie alle sue arti di ammaliatrice è riuscita a portrarli in una fase di trance ipnotica ed ha potuto ucciderli con comodo." (ma non hanno visto nel servizio quanto brutta è la poveretta? mi sono chiesto stupito).

A questo punto la regola del programma prevede che l'intervento successivo sia di segno opposto ai precedenti, così, tanto per movimentare la trasmissione. Era quindi il turno della bella giornalista, più famosa per le sue poppe che per la sua prosa, che intervenne così: "manco fosse la maga Circe!"

A questa frase, che poteva in qualche modo, almeno per i più acculturati, sottintendere ai maiali, Albino Fuchi ha reagito prontamente: "La nostra trasmissione si dissocia nella maniera più totale da quanto affermato dalla collega."

La giornalista, avendo intuito di aver detto qualcosa che le poteva nuocere a livello politico, pur senza avere capito cosa, affermò con prontezza: "mi dissocio anch'io!". A quel punto, completamente schifato, ho cambiato canale.

Una cosa comunque è certa, la ragazza verrà condannata, l'opinione pubblica sarà soddisfatta e la polizia si guarderà bene dal continuare ad indagare.

Adesso è bene che vi saluti, questa volta mi sono dilungato più del solito ed ho aumentato enormemente il rischio di essere scoperto.